PROGETTO SCA.LE-UP_ RELAZIONE Incontro con “Unità Operativa Economia Circolare e Ciclo dei Rifiuti” dell’ARPAV – Dipartimento Regionale Rischi Tecnologici e Fisici

Il progetto SCA.LE-UP_Utilizzo innovativo degli scarti lignei, scaturisce dall’esigenza dell’industria del legno di valorizzare i propri scarti/residui di lavorazione, altrimenti detti sottoprodotti. Il progetto è finanziato dal programma della Regione Veneto POR FESR – Azione 1.1.1 Ricerca industriale. Hanno collaborato allo studio il Dipartimento TESAF e il Consorzio Legno Veneto congiuntamente alla Rete Innovativa Regionale Foresta Oro Veneto.

L’incontro si è svolto in modalità online il giorno 30 aprile 2021, con lo scopo di avviare un processo di dialogo con gli enti preposti al controllo in materia ambientale e quindi in materia di rifiuti e di qualità dell’aria. In Regione Veneto tale competenza è di responsabilità dell’ARPAV – Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto, Unità Operativa Economia Circolare e Ciclo dei Rifiuti.

In particolare lo scopo del colloquio è stato quello di approfondire la tematica relativa alla valorizzazione degli scarti legnosi generati durante i processi produttivi afferenti alla filiera del legno, dalle biomasse forestali all’ingegnerizzazione del legno passando per le segherie. I processi di produzione e lavorazione del legno ingegnerizzato (vedasi per es. i pannelli CLT – Cross Laminated Timber) generano infatti una cospicua quantità di residui, il quale a causa del suo seppur minimo contenuto di colla non può essere valorizzato.

Tale problema non è certo nuovo nella filiera del legno; l’Agenzia Regionale viene chiamata spesso dagli enti preposti nella gestione dell’iter in materia di gestione dei rifiuti (generalmente le Province), per rilasciare pareri circa le richieste prevalentemente di falegnamerie, che decidono di valorizzare il proprio residuo di lavorazione. Per poter fare questo le aziende devono richiedere il permesso al trattamento dei rifiuti, iter che va avviato presso le Province di competenza.

Sia le prove di combustione che le analisi chimiche fisico-meccaniche eseguite sulle bricchette prodotte dagli scarti sopracitati consentirebbero di classificare il prodotto in classe A1, in riferimento alla normativa specifica UNI EN ISO 17225-3.

In data 31/03/2021 è stato consegnato il campione di bricchette da legno prelevato presso l’azienda partner del progetto presso la società INNOVHUB – Stazione sperimentale per l’Industria S.R.L., Area combustibili la quale ha messo a disposizione un impianto per l’esecuzione di prove esplorative di combustione per il rilevamento dei parametri di emissione del materiale.

I risultati medi di combustione (rif. 13 % O2) durante le prove sono stati confrontati con i risultati ottenuti nel corso di prove precedenti sul medesimo apparecchio nelle quali sono stati utilizzati campioni di legna vergine di faggio come combustibile.

Come si evince dalla tabella, i risultati ottenuti durante le prove di combustione sono sempre inferiori, ad eccezione dei valori di NOx i quali sono comunque paragonabili, ai risultati ottenuti nello stesso apparecchio dalla combustione di legna vergine di faggio.

  Unità di misura Bricchette di scarti di legno ingegnerizzato Confronto tra le bricchette di scarti di legno ingegnerizzato vs. legna vergine di faggio Legna vergine di faggio
Ia prova del 12/04/2021 IIa prova del 12/04/2021
CO mg/Nm3 13 % O2 629 569 < 2822
TOC 23,9 14,5 < 335
NOX 128 123 = 119
PM 66,3 54,0 < 230

PROGETTO CORE-WOOD -> Risultati Conclusivi – Essicazione Innovativa

Si è concluso il progetto di ricerca promosso dalla RIR ForestaOroVeneto/Consorzio Legno Veneto. Il progetto ha affrontato i nodi strategici e più critici della filiera del legno, proponendo una serie di azioni concrete per superare le varie problematiche.

Una tra queste è l’installazione di un impianto bi-modale per l’essiccazione/sanificazione del legname semilavorato WP2 – AT2.1.

Dalle analisi effettuate risulta che l’efficienza energetica del sistema in oggetto richiede un’energia termica specifica per ciclo che è circa il 50% di quella di un essiccatoio; se si considera il contributo dell’impianto FV il risparmio complessivo di energia totale (termica + elettrica) potrà variare dal 70 a 90% in funzione della durata del ciclo di essiccazione.

La durata media del ciclo di essiccazione dell’abete con 70% di umidità risulta essere di circa 8 giorni per raggiungere l’umidità del 12%.

Circa il 77% dell’energia elettrica utilizzata per il ciclo pilota è stata garantita dalla produzione dell’impianto fotovoltaico, la restante parte è stata prelevata dalla rete.

In conclusione, tutti gli obiettivi dell’AT 2.1 “Laboratorio per lo Studio degli impegni a cascata del legno”

sono stati conseguiti come da progetti iniziale; in corso d’opera è nata l’opportunità di realizzare anche il

prototipo dell’essiccatoio alimentato da energia rinnovabile, quindi un ulteriore e significativo risultato

conseguito.