Il Consorzio Legno Veneto ha incontrato il dr. Nicola Dall’Acqua nuovo Direttore di Veneto Agricoltura

Il Consorzio Legno Veneto, il 16 marzo scorso, ha incontrato, tramite un collegamento on-line, il dr. Nicola Dall’Acqua nuovo Direttore dell’Agenzia Veneta per l’Innovazione del Settore Primario (Veneto Agricoltura).  Il Presidente del Consorzio Enzo Bozza  ed il segretario Piero Balanza, che hanno consegnato via e-mail anche un documento di proposta relativo ad alcune strategie applicabili nel sistema legno della Regione Veneto e della Provincia di Belluno accompagnato dal disciplinare del marchio  collettivo “Legno Veneto”,  hanno colto l’occasione per porgere al dr. Dall’Acqua le più sincere congratulazioni per la sua recente nomina, nonchè per presentare  le finalità e le attività svolte dal Consorzio;  al riguardo, particolare  interesse ha suscitato nel Direttore la descrizione delle azioni attuate a favore della filiera del legno con il progetto  di ricerca ed innovazione denominato “CORE-WOOD”, approvato dalla Regione e in fase di conclusione a cura della Rete Innovativa Regionale “Foresta Oro Veneto” di cui il Consorzio è il soggetto giuridico ed amministrativo delegato.  Altri temi sui quali dr. Dall’Acqua si è soffermato, chiedendo un approfondimento, sono stati il progetto di costituzione di Consorzi Forestali in Veneto, la valorizzazione del marchio depositato e registrato e, non da ultimo, quello del necessario coordinamento tra i vari attori del sistema istituzionale e di rappresentanza della filiera regionale del legno. Al riguardo, lo stesso Direttore si è impegnato a valorizzare il tavolo di concertazione del comparto ritenendo, tra gli altri, anche il Consorzio Legno Veneto un affidabile e significativo interlocutore della filiera. All’incontro hanno partecipato anche il dr. Giustino Mezzalira di Veneto Agricoltura, quale autorevole esperto del mondo forestale, già rappresentante dell’Agenzia nel Consiglio Direttivo del Consorzio ed il Consigliere del Consorzio dr. Michele Talo, che è intervenuto anche in veste di Direttore del Centro Consorzi/Scuola del Legno di Sedico. A conclusione della riunione tutti si sono dichiarati soddisfatti con l’auspicio che, in breve tempo ed in presenza dopo la pandemia Covid-19, ci si possa incontrare per fare sintesi delle idee e delle proposte, iniziando a programmare le necessarie azioni,  utili per il rilancio del settore foresta-legno regionale, alla luce dei prossimi appuntamenti  e delle risorse che saranno messe a disposizione con il nuovo PSR, il Green Deal ed il Recovery Plan italiano tramite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

 

22 marzo 2021

LE CITTA’ COME SERBATOI DI STOCCAGGIO DEL CARBONIO – UNO STUDIO FINLANDESE DICE COME: EDIFICI IN LEGNO!

Sebbene gli edifici producano un terzo delle emissioni di gas serra, è emerso che essi potrebbero rappresenterà una delle soluzioni di mitigazione del cambiamento climatico più efficaci in termini di costi. Tra i materiali da costruzione, il legno non solo produce meno emissioni secondo la valutazione del ciclo di vita, ma può anche immagazzinare carbonio. Questo studio mira a stimare il potenziale di stoccaggio del carbonio dei nuovi edifici europei tra il 2020 e il 2040. Sebbene esistano studi su questo tema, essi presentano principalmente stime approssimative o sono basati su un piccolo numero di casi di studio.

Per assicurare una stima affidabile, sono stati selezionati ed esaminati 50 edifici sono stati selezionati e rivisti. È stato calcolato lo stoccaggio di carbonio per m2 di ogni caso calcolato e sono stati identificati tre tipi di edifici in legno in base alla loro capacità di capacità di stoccaggio del carbonio. Infine, sono stati generati quattro scenari di costruzione europei basati sulla percentuale di edifici costruiti in legno e al tipo di edifici in legno. La CO2 annuale catturata varia tra 1 e 55 Mt, il che equivale a un valore compreso tra l’1% e il 47% delle emissioni di CO2 dell’industria del cemento in Europa. Questo studio trova che la capacità di stoccaggio del carbonio degli edifici non è significativamente influenzata dal tipo di edificio, dal tipo di legno o dalle dimensioni dell’edificio, ma piuttosto dal numero e dal volume degli elementi in legno utilizzati nei componenti strutturali e componenti strutturali e non strutturali dell’edificio. Si raccomanda che i responsabili politici che mirano a l’edilizia a zero emissioni di carbonio si concentrino sul numero di elementi in legno negli edifici piuttosto che indicatori più generali, come la quantità di costruzioni in legno, o anche indicatori indiretti dettagliati indicatori indiretti dettagliati, come il tipo di edificio, il tipo di legno o le dimensioni dell’edificio. Viene proposto uno scenario pratico per i decisori europei, e viene discusso il ruolo del legno nella certificazione degli edifici verdi.

Al seguente link l’articolo completo in lingua originale:

https://iopscience.iop.org/article/10.1088/1748-9326/aba134/pdf

SCA.LE-UP: risultati analisi

Sono stati prelevati presso le aziende partner diverse tipologie di residui di lavorazione: truciolo derivante da lavorazione di CLT, refili derivanti dalla lavorazione/assemblaggio di legno lamellare e CLT, legno vergine (Figura 1). Per il prelievo e la preparazione dei campioni da sottoporre ad analisi sono state seguite le rispettive norme ISO di riferimento UNI EN ISO 18135:2018 (campionamento) e UNI EN ISO 14780:2019 (preparazione del campione).

I campioni stessi sono stati conferiti al Laboratorio ABC del Dipartimento TESAF dell’Università degli Studi di Padova, per lo svolgimento delle analisi. Le analisi svolte dal Laboratorio ABC hanno seguito gli standard e i protocolli definiti dalle normative di riferimento accettate internazionalmente.

Allo stato attuale, sono stati analizzati un totale di 6 campioni prelevati presso 3 ditte venete.

Tali campioni sono così suddivisi:

  • 3 campioni di truciolo;
  • 1 campione proveniente dalla lavorazione dei pannelli X-Lam (refilo bordo);
  • 1 campione proveniente dalla lavorazione dei pannelli X-Lam (refilo parte centrale);
  • 1 campione composto da refili misti di legno massiccio e legno lamellare.

I risultati delle analisi dei contenuti degli elementi sopracitati e delle ceneri sono stati confrontati con i valori limite stabiliti dalla UNI EN ISO 17225-2:2014 relativa al pellet e dalla UNI EN ISO 17225-3:2014 relativa alle bricchette (Tabella 2). In Tabella 2 vengono presentati, in forma grafica e riassuntiva, gli esiti ottenuti dalle prove, raggruppati per tipologia di sottoprodotto, rispetto ai valori limite della classe di qualità A1. Dai primi risultati emerge l’ottima qualità dei residui di lavorazione esaminati, rientrando, salvo un’eccezione, nei valori limite della norma per la certificazione del potenziale prodotto in classe A1, con la possibilità quindi di vendita all’utente privato per uso domestico. L’unico valore che supera di poco i limiti della norma è l’azoto. Tale valore, pur rientrante nei limiti della classe A2, deriva da un unico campione composto da refili di CLT e costituito da pezzi di bordo prodotti durante l’assemblaggio dei pannelli, contenenti quindi un eccesso, con conseguente fuoriuscita, di colla poliuretanica.

Sulla base dei primi risultati delle analisi di laboratorio, della raccolta dati tramite consultazione della bibliografia e da sondaggi presso le aziende, verrà redatto uno studio di fattibilità con analisi costi-benefici, che permetterà di esprimere, basandosi su dati scientifici, l’entità del vantaggio economico ed ambientale derivante dall’utilizzazione degli scarti da legno ingegnerizzato come biocombustibile, valutando il loro utilizzo come fonte di energia piuttosto che la loro eliminazione come rifiuto.

In parallelo è stato avviato un confronto con gli enti certificatori di competenza per l’inizio della procedura di prototipazione e certificazione del biocombustibile oggetto di analisi. Sono stati da poco prelevati presso la Ditta Bozza Srl i campioni di bricchetta per le analisi, coadiuvati da @Enama – Ente Nazionale Meccanizzazione Agricola, che ha eseguito una verifica preliminare per analizzare dal punto di vista delle certificazioni i punti di forza e le criticità aziendali della produzione industriale del biocombustibile.

Sulla scorta dei risultati finora ottenuti sia dal progetto CORE-WOOD che da SCA.LE-UP e con il documento redato da ENAMA si potrà sollecitare il legislatore affinché siano aggiornate le normative di riferimento.

PNRR risorse per il comparto forestale

La bozza di Piano nazionale di ripresa e resilienza, trasmessa dal Governo al Parlamento il 15 gennaio, rappresenta un ulteriore passo verso la compiuta definizione del Piano che dovrà essere predisposto dal nostro Paese, entro il 30 aprile, per accedere ai fondi di Next Generation EU (NGEU), il nuovo strumento dell’Unione europea per la ripresa che integra il Quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027, con investimenti per 222,9 miliardi.

Ci saranno risorse adeguate anche per il comparto foresta-legno?

Nella sua ultima redazione, a livello di settore forestale, il piano prevede un intervento specifico denominato “Forestazione e tutela dei boschi”, atto a mitigare il rischio idrogeologico, fenomeno costante nel territorio nazionale, grazie ad azioni estensive di gestione forestale sostenibile, ad interventi di manutenzione e sistemazione straordinaria delle opere di idraulica forestale e ad interventi di manutenzione del territorio rurale, dei canali e della rete idrica minore.

Tuttavia, la precedente proposta di adibire a tali interventi una dotazione finanziaria di 1 miliardo di euro, spendibili nei prossimi 6 anni, è stata annullata, rlegando alle risorse FEASR e, a cascata ai PSR regionali dei singoli Stati membri, tale compito. Questa mancata visione d’insieme e rafforzamento del settore forestale con i servizi ecosistemi ad esso associato cozzano fortemente con l’idea di rinascita sostenibile. Fonte: https://foresta.sisef.org/pdf/?id=efor3751-018

Per maggiori approfondimenti si rimanda al Report BOSCHI E FORESTE NEL NEXT GENERATION EU (Coldiretti, Symbola, Bonifiche Ferraresi): https://www.symbola.net/ricerca/report-boschi-foreste/

MARCHIO “LEGNO VENETO” A GARANZIA DELLA PROVENIENZA LOCALE

 

Il Consorzio LEGNO VENETO, già proprietario dell’omonimo marchio depositato per la prima volta il 5 febbraio 2013, ha provveduto recentemente a formulare una domanda all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi di sua conversione come marchio collettivo, ai sensi della nuova disciplina. Nell’iter di tale rinnovo, il Consorzio ha provveduto ad aggiornare il regolamento d’uso (disciplinare) onde favorire la sua corretta gestione e soprattutto per mettere a disposizione delle imprese associate, che intendono utilizzarlo, le procedure per certificare la provenienza del legname locale e favorirne la sua valorizzazione come prodotto che nasce e viene lavorato nelle terre di origine.

Il Consorzio Legno Veneto crede nell’identità veneta, in particolare nei valori che sottendono alla produzione del legname derivante dai boschi locali e della sua lavorazione, nella convinzione che “fabbricare” in legno in Veneto sia un valore aggiunto per il consumatore che è bene acquisisca consapevolezza che l’attenzione e la garanzia di una gestione sostenibile del patrimonio forestale, naturalistico ed ambientale del territorio in cui abita, significa anche una maggior vivibilità.

Il marchio collettivo “LEGNO VENETO” vuol essere strumento di garanzia dell’origine, tramite chiara evidenza sul legname utilizzato e sui manufatti prodotti, con l’impegno di dare corretta attuazione alle procedure di controllo per una puntuale gestione della catena di trasformazione.  Acquistare un prodotto in legno veneto significa, pertanto, fare un investimento sulla storia, cultura e tradizione locale, sul lavoro ed imprenditorialità di tante persone, con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale, quale obiettivo primario per il sostanziale miglioramento della qualità della vita delle persone.  La volontà e la disponibilità delle imprese ad aderire a standard di certificazione sostenibili sono una premessa imprescindibile per la valorizzazione del settore forestale che deve svilupparsi in un processo di filiera basato sui princìpi di pratiche forestali e di trasformazione sostenibili.

Il marchio collettivo “Legno Veneto” costituisce l’occasione per attuare la strategia di valorizzazione delle produzioni legnose del territorio veneto basandosi su un sistema di rintracciabilità di filiera, dal bosco fino al prodotto finito con lo scopo di offrire al consumatore prodotti legnosi che, oltre alla qualità della materia prima, si caratterizzano per l’origine locale con vantaggi sociali, ambientali ed economici ad essa connessi ovvero con minor impatto sulla produzione di CO2, con un legame alla tradizione locale di trasformazione del legno, con il mantenimento delle funzioni del bosco come bene collettivo, con la valorizzazione della qualità del legname proveniente da foreste ubicate in territori ad alta valenza ambientale certificate.

INTERREG BIGWOOD

Gli edifici in legno vedono un trend in crescita in tutto il mondo e si sono già affermati dal punto di vista ecologico. Nel settore dell’edilizia a più piani, tuttavia, la fiducia nel legno come materiale da costruzione è ancora troppo scarsa in tutto il paese. Il progetto “Bigwood” si concentra sulla creazione di una rete sovraregionale per superare i pregiudizi e le barriere che esistono contro l’edilizia multipiano e di grandi volumi in legno.

Tra le attività che vengono portate avanti nell’ambito del progetto vi è la progettazione e la realizzazione, a carico di Centro Consorzi, di due modellini, uno in scala 1:5 e uno 1:20. Al FabLab toccherà la parte di realizzazione del modello 1:20, mentre la Scuola del Legno è coinvolta nel processo di ideazione, progettazione e realizzazione del modello più grande, scala 1:5. Il modello dovrà rappresentare le principali tecniche costruttive sotto l’aspetto strutturale dell’edilizia in legno.

Le tecniche più diffuse sono quelle del CLT-Cross Laminated Timber e del telaio. La prima utilizza pannelli di legno massiccio composti da 3 a 9 strati incrociati perpendicolarmente, solitamente di abete rosso. Il sistema di costruzione timber frame (detto anche “a telaio”), invece, prevede la realizzazione della parete portante attraverso un telaio costituito da travi di legno che viene imbottita da pannelli sandwich di legno e isolante. Il modello realizzato dagli studenti della Scuola del Legno dovrà essere una rappresentazione che sarà utilizzata come mappa generale sulla quale saranno posti dei numeri che fanno riferimento a nodi costruttivi fondamentali realizzati in scala 1:1 e che saranno collocati attorno all’edificio. L’utente potrà quindi andare a vedere l’effettiva tecnica realizzativa dei singoli dettagli, nonché dove e come essi siano inseriti nell’edificio.

Per saperne di più su BIGWOOD https://bigwood.projects.unibz.it/

Per seguire gli aggiornamenti del progetto https://www.facebook.com/BigwoodInterreg

 

CORE-WOOD – Riposizionamento competitivo della filiera del legno

POR FESR

POR FESR

È in via di conclusione il progetto di ricerca promosso dalla RIR ForestaOroVeneto. Il progetto affronta i nodi strategici e più critici della filiera del legno, proponendo una serie di azioni concrete per superare le varie problematiche.

Al momento, tra le varie attività, si stanno avviando i programmi pilota di essicazione presso la segheria Saviane Legno Srl. In base ai prodotti che si vorranno ottenere verranno identificate le routine da seguire. Le routine o programmi tracciano le fasi di essicazione, determinando temperature, umidità e tempi, che possono conferire al legname qualità tecnologico-qualitative diverse. La realizzazione dell’impianto bi-modale di essiccazione e sanificazioni del legno – FITOK è stata affidata al partner BIGonDRY, specializzato in tecnologie per l’essiccazione e la vaporizzazione del legno, che ha collaborato con i tecnici di Saviane Legno Srl.

L’impianto è composto da una cella di essiccazione e di sanificazione di 228,3 m3 atta ad ospitare delle cataste di legname di 4,5×2×1,2 m (10,8 m3).

Al variare dell’essenza legnosa (conifera/latifoglia, abeti/larice/faggio) e del prodotto da sottoporre a essicazione (travi, segati, murali, ecc.), si dovranno seguire cicli diversi. Ciò è molto importante se si pensa che il legno, quando entra nei forni, è un materiale vivo, che reagisce agli stimoli. Un’essicazione frettolosa e con alte temperature potrebbe creare fessurazioni anche una volta che il prodotto è stato messo in opera. Oltre a ciò, nell’impianto pilota, si effettueranno osservazioni su come diversi programmi influenzano parametri come resistenza agli agenti biotici e abiotici e trasmittanza termica e acustica